@orporick: ascolto molto per essere ascoltato

@orporick: ascolto molto per essere ascoltato

Come mai il tuo nick è Orporick? Da dove arriva questo nome? Da ragazzo ero un appassionato dei Peanuts, Snoopy usava spesso “orpo” come intercalare. Non lo uso mai, anche se lo trovo un termine desueto affascinante, ma da qualche …Leggi tutto

Come mai il tuo nick è Orporick? Da dove arriva questo nome?

Da ragazzo ero un appassionato dei Peanuts, Snoopy usava spesso “orpo”
come intercalare. Non lo uso mai, anche se lo trovo un termine desueto
affascinante, ma da qualche anno orpo è diventato il mio prefisso
preferito per i nickname che uso in internet. Il suffisso rick deriva
invece dal nome.

In che scuola, liceo o università insegni?

Da quattro anni insegno matematica e fisica nel triennio di un liceo
scientifico statale, prima ho insegnato in un professionale e prima ancora lavoravo ed
insegnavo all’università. Mi sento un po’ a disagio con la parola
“insegnare”, a chi mi chiede cosa faccio
di solito rispondo che frequento le superiori (che e` vero, peraltro).

Dai tuoi tw tu sei il professore che chiunque avrebbe voluto avere, che
rapporto hai con i tuoi studenti?

Non sono sicuro che tutti vorrebbero avermi, le mie lezioni tendono ad
essere dispersive ed un po’ confuse. Però ho un bel rapporto con gli
studenti e le studentesse, ascolto molto per essere ascoltato. Mi piace
cercarli e condividere con loro tutto, la matematica alla fine è solo
una scusa per camminare insieme. Mi piace parlare con loro fuori dalla
scuola, al bar mentre mangiamo, durante i pomeriggi in cui rimango a
scuola per aiutare chi ha problemi con le mie materie. Non solo le mie
classi, mi piace frequentare e conoscere tutti gli studenti della mia
scuola, sono figli in prestito a cui tengo.

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Loro sanno che sei una Twitstar? (So che ultimamente questo termine è
abusato e sembra un insulto, ma io lo intendo nel migliore dei
significati)

Ho quasi tutti gli studenti su Facebook, che però uso poco ad essere
sincero. Su Twitter ce ne sono pochi, ma mi seguono ed io seguo
loro. Non parlo molto di Twitter a scuola, ma molti mi seguono per
quello che scrivo sul blog.

Cosa ti porta a comunicare sia fra il tuo blog, sia su twitter  e
soprattutto con il lavoro che ti sei scelto?

Mi piace scrivere, tanto o poco a seconda dei giorni. Di solito non lo
faccio per gli altri o per essere letto, non vi è l’intento di comunicare
un messaggio, è una scrittura perlopiù personale. Però da qualche anno
mi va di condividere questa scrittura. Non c’è molta differenza tra il
blog e twitter, cambia la lunghezza di quello che scrivo, ma è
egualmente un modo di fissare un’emozione, un sentimento, un’angoscia in
parole (o  foto o disegni). Ne sento il bisogno perché a volte la vita
scorre via velocemente e credo sia importante lasciare un graffio da
qualche parte ogni tanto, solo per dire che si è passati di lì. E poi
me lo ha consigliato
il mio analista.

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E’ davvero una domanda che volevo farti da tempo: raccontami la tua
giornata tipo e quali sono i momenti che più ti regalano emozioni?

Mi sveglio presto, verso le 7. La prima cosa che faccio è svegliare mio
figlio Francesco, che ora ha 7 anni. Di solito mi infilo nel suo lettino
ed inizio a parlare con voci buffe, lui fa finta di continuare a
dormire, ma intanto sorride. È sicuramente uno dei momenti piú belli
della giornata. Dopo che ci siamo lavati e lui ha fatto colazione, lo
porto a scuola; in macchina c’è sempre musica, lui si è abituato ai miei
gusti musicali piuttosto vari ed è divertente sentirlo cantare con
parole inventate su un notturno di Chopin piuttosto che su un pezzo dei
Genesis. A scuola lo lascio sulla scalinata, lui si volta sempre per
darmi un bacio, io rimango di solito cinque minuti a guardare la porta a
vetri ed altri cinque minuti fermo in macchina nel posteggio della
scuola. Francesco è diventato in questi anni il mio orizzonte, quando lo
lascio a scuola la mattina provo uno strano senso di distacco. So che si
chiama crescita e che sarà sempre peggio, non ci posso fare nulla. Poi
vado a scuola, prendo un caffè, rimango un po’ seduto in sala insegnanti
a far finta di preparare la lezione (cosa che non faccio mai, improvviso
sempre, altrimenti sarebbe barare). Le ore della mattina sono le più
impegnative, ma anche le più stimolanti per alcuni aspetti. Lavorare a
scuola è un osservatorio privilegiato sull’umanità che ci aspetta, ed io
sono affascinato da questi ragazzi e queste ragazze che dimostrano quasi
sempre di essere molto più avanti di noi adulti. Spesso faccio compiti
finti a sorpresa, o preparo flashmob da fare durante la ricreazione, o,
se la giornata è adatta, porto la classe in giardino e discutiamo di
matematica sdraiati sull’erba. Lo so, sembra tutto molto faticoso, ma
qualcuno deve pur farlo. Il primo pomeriggio di solito lo passo a scuola
in varie attività di supporto per gli studenti (“Prof, ma la pagano per
stare qui?” .. “I vostri sorrisi sono il mio stipendio” .. “Ho capito
prof, l’hanno incastrata un’altra volta.”). Poi spesso vado a prendere
Francesco e passo il resto della giornata con lui. Parliamo molto, disegnamo,
guardiamo i cartoni, lui mi insegna un sacco di cose, io cerco di prendergli i
biscotti sullo scaffale piu’ alto della dispensa. Da un po’ di tempo mi
sono messo in testa di imparare a cucinare, soprattutto dopo quella volta
che Chicco ha chiamato da solo il Pizza-In-Arrivo. Non sono ancora un
cuoco esperto, però diciamo che me la cavo (“Papà, stasera cucini tu?”
.. “Si Chicco, cosa vorresti?” .. “Vorrei che fosse un altro
giorno“). La sera è poi il secondo momento più bello della giornata,
metto a letto Francesco ed invento una storia. Da diverso tempo non
vuole più che legga un libro e quindi devo inventarmi una storia diversa
ogni sera, con tanto di personaggi, voci e spesso uso di peluche o
pupazzetti come supporto audivisivo. È faticoso, però e` un momento molto dolce,
Francesco è un bambino adorabile e stare con lui diventa per me ossigeno.

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L’insegnamento più importante che hai impartito a tuo figlio fino ad ora?

Che non si può fare a meno della fantasia più di quanto si possa fare a
meno del mondo reale. Sempre, a qualunque età.

Hai mai bloccato qualche utente su Twitter?

Mai, Twitter mi piace perché è un mondo libero, ognuno lo usa come
meglio crede e non ho mai avuto problemi con altri utenti.

Il profilo che più apprezzi sempre su Twitter?

Difficile dirlo, seguo tante persone, anche se posso dedicare purtroppo
poco tempo a leggere, ed ho trovato veramente una varietà di umanità
splendida su Twitter. Segnalare qualcuno sarebbe un torto per tutti gli
altri, ma se proprio devo pensare a dei nomi mi vengono in mente subito
@life983 e @_CarlaQ_ a cui devo molto della poesia che ho trovato su
Twitter.

Cosa cambieresti nella tua vita ora?

Cambierei questa domanda.

Seguitelo qui: Twitterabout.me/orporick

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Andrea Delogu

Disgrafica e di sinistra, abbiate pietà.

Nella mia biografia basterebbe scrivere che sono nata a Rimini per farvi capire che volente o nolente sono cresciuta con la musica da club o da discoteca.

Nei giorni in cui non andavo a ballare son riuscita a diventare cintura nera di Karate secondo Dan, scrivere e condurre un programma per Match Music dal titolo "A casa di Andrea", presentare il meglio di Sky, recitare in "Saturday Night Live" su Italia1, far parte di un gruppo musicale e cantare la colonna sonora dello spot Heineken USA, a recitare in alcuni cortometraggi, partecipare a diversi spot pubblicitari, ma soprattutto sono riuscita a convincere Panorama a darmi un Blog.

Chi è il matto tra i due? Prima che mi dimentichi: amante del rock, della buona e abbondante cucina, sostenitrice della piadina della Lella e degli strozzapreti del BarSole, malata di Twitter e tuttologa in pensione

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