Giulia Blasi: Ecco perché non sai chi sono

Giulia Blasi: Ecco perché non sai chi sono

Lei è Giulia Blasi, e se non la segui devi farti qualche domanda. Presentati a chi stranamente non ti conosce? Ciao, mi chiamo Giulia. Non è strano che tu non mi conosca. Esco poco e mi guadagno da vivere …Leggi tutto

Lei è Giulia Blasi, e se non la segui devi farti qualche domanda.

Presentati a chi stranamente non ti conosce?

Ciao, mi chiamo Giulia. Non è strano che tu non mi conosca. Esco poco e mi guadagno da vivere scrivendo e facendo altri lavori di comunicazione e sono ormai troppo anziana perché un mio eventuale denudamento in pubblico possa essere accolto da raffiche di otturatori piuttosto che dalla polizia che mi butta una coperta addosso. Ecco perché non sai chi sono. Tutto normale.

Da quanto tempo sei on line?

Dal 1998, anno in cui nella mia università aprì l’aula computer e noi studenti potemmo avere un indirizzo e-mail. Mi scrivevo con la mia amica Daniela, che all’epoca era in scambio Erasmus. Il primo blog l’ho aperto nel 2002, invece.

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La differenza di comunicazione fra scrivere un libro e una serie di tw?

Un libro ha un impianto narrativo, i tweet no: la prosa ha bisogno di respiro, periodi e capitoli fluiscono gli uni negli altri e sono comprensibili nel contesto generale. Un tweet è un messaggio autoconclusivo.

Però in entrambi i casi la capacità di sintesi, di cogliere le parole giuste per dire quello che si deve dire, è fondamentale.

Il progetto più imminente e quello in preparazione a lungo termine?

Al momento sono molto assorbita dal lavoro, quindi c’è parecchia routine quotidiana. Ho un paio di idee in testa, vorrei scriverle ma se ne riparla in autunno.

I peggiori errori che si possono evitare quando si è on line da poco tempo?

1. Niente risse online, fa brutto e si sembra scemi: discutere va bene, ma le borsettate non rendono giustizia all’intelligenza di nessuno; 2. Non dare da mangiare al troll: se si viene insultati gratuitamente si può scegliere se ignorare, sfottere o bloccare, ma non bisogna mai trattare chi insulta come se fosse un interlocutore valido; 3. Non scrivere in pubblico cose che ti potrebbero fruttare una denuncia (di qualsiasi genere).

In futuro quanto conterà essere presenti on line per un qualsiasi lavoro e perché?

Bisogna già essere online per vivere, figurarsi per lavorare; comunque (seriamente), non molto tempo fa ho seguito un incontro molto interessante sul tema del lavoro e della reputazione online, in cui è stato ribadito più volte un concetto fondamentale: se non sei in rete lasci che altri raccontino la tua storia e parlino di te in absentia. Controllare la propria reputazione e costruirsi un’immagine è fondamentale. Poi c’è chi esagera e si crea il personaggio, ma quelli sono fatti suoi.

In ogni caso, le aziende ti cercano online. Guardano chi sei. Se non ci sei, se non sei reperibile, nessuno può farsi un’idea chiara di te, né in positivo né in negativo.

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I blog che non è possibile non conoscere?

Ne dirò uno solo:i400calci. Ce ne sono migliaia, letteralmente, ma un sito di cinema d’azione che è uno spasso da leggere anche per chi non ama i film d’azione merita l’ammirazione globale.

3 profili da consigliarci su tw?

I profili Twitter danno il meglio in un momento specifico: durante le serate dei talent show. Sono meravigliosi anche durante i talk show politici, ma lì il sentimento ricorrente è l’esasperazione (sempre che non si parli di Berlusconi e di gnocca, nel qual caso le matte risate). Però io consiglio di seguire gli hashtag, prima di tutto, come le bricioline di pane. Si scoprono cose interessanti delle persone.

(Me la cavo così perché non so scegliere: non faccio mai neanche i FollowFriday per non fare figli e figliastri.)

Sei felice?

Sì. A volte un po’ preoccupata, a volte un po’ presammale, spesso molto stressata, ma sì. Richiedimelo quando ricomincio a scrivere, comunque, sarò estatica.

 

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Andrea Delogu

Disgrafica e di sinistra, abbiate pietà.

Nella mia biografia basterebbe scrivere che sono nata a Rimini per farvi capire che volente o nolente sono cresciuta con la musica da club o da discoteca.

Nei giorni in cui non andavo a ballare son riuscita a diventare cintura nera di Karate secondo Dan, scrivere e condurre un programma per Match Music dal titolo "A casa di Andrea", presentare il meglio di Sky, recitare in "Saturday Night Live" su Italia1, far parte di un gruppo musicale e cantare la colonna sonora dello spot Heineken USA, a recitare in alcuni cortometraggi, partecipare a diversi spot pubblicitari, ma soprattutto sono riuscita a convincere Panorama a darmi un Blog.

Chi è il matto tra i due? Prima che mi dimentichi: amante del rock, della buona e abbondante cucina, sostenitrice della piadina della Lella e degli strozzapreti del BarSole, malata di Twitter e tuttologa in pensione

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