Frankie P: Faccio tutto questo per poter ricambiare l’immensa fortuna che ho avuto

Frankie P: Faccio tutto questo per poter ricambiare l’immensa fortuna che ho avuto

E chiudiamo in bellezza e bravura con la rubrica sui migliori dj Italiani (ripartiremo a gennaio non strappatevi i capelli). Oggi intervisterò non solo uno dei dj più conosciuti nello stivale ma soprattutto un uomo felice di quello che ha …Leggi tutto

E chiudiamo in bellezza e bravura con la rubrica sui migliori dj Italiani (ripartiremo a gennaio non strappatevi i capelli). Oggi intervisterò non solo uno dei dj più conosciuti nello stivale ma soprattutto un uomo felice di quello che ha e di quello che fa. Sollevatevi il morale leggendo l’intervista a Frankie P

Domanda di rito: quando hai capito che il dj sarebbe stato il lavoro della tua vita?

Sin da bambino, con tutte le mie forze, ho voluto vivere di musica e in musica. Mio nonno aveva una casa discografica, Edizioni Musicali Franchi, molto conosciuta nel ‘900. La sua “Amapola” fu un successo internazionale negli anni trenta. Io passavo ore ed ore nel suo negozio di musica a Roma. Mia nonna mi faceva sentire i successi dell’ epoca, prendeva gli spartiti e li suonava con il pianoforte a coda. Come si faceva ai suoi tempi, la musica si poteva ascoltare soltanto così. Live! Quello stesso pianoforte a coda è entrato in casa nostra e non è mai uscito. Così come la musica nella mia vita, e di conseguenza il djing è diventato la mia vita.

Ci sono state dei momenti durante tutta la tua carriera in cui hai pensato che non ne valeva la pena continuare su questa strada?

Mai. Ho sempre creduto in quello che facevo, la mia determinazione mi porta sempre a guardare avanti e a non soffermarmi mia sulle scelte del passato. Nella mia carriera mi sono sempre trovato di fronte al classico bivio. Ho sempre agito e sempre agirò con dentro al il mio cuore la passione per la musica e soprattutto cercando di essere coerente con la mia persona.

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L’emozione più grande che hai avuto durante una serata?

Vivo di emozioni ogni sera. Quando non ne proverà più sarà il giorno di ritirarmi. L’ emozione più intensa è sempre nell’ attesa della mia prossima serata ed è quella che mi spinge ad andare avanti dopo 24 anni di carriera.

Com’è migliorata o peggiorata negli anni la nightlife?

La dissaffezione nei confronti dei club esiste, inutile negarlo. In Italia si è finalmente iniziato a parlare di Festival quando nel resto del mondo esistono da anni. Io stesso questa estate ho partecipato a tre eventi di questo tipo e si è trattato di esperienze fantastiche. Momenti unici, che vanno però supporti dai veri club, dalla voglia di sperimentazione e ricerca. La vera essenza del club. Non è un momento facile, anche e soprattutto grazie alla campagna di demonizzazione delle discoteche e dei suoi frequentatori da parte dei mass media. Un autentico accanimento. Altra causa del momento non semplice? La poca professionalità di taluni gestori, la imperizia di molti art director. Dopo la decadenza non si potrà che risalire. Tutto è ciclico nella vita.

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Non sei solo un dj, sei anche un impreditore, quest’altro tuo aspetto piano piano potrà occupare tutta la tua vita facendoti rinunciare alla consolle?

Quando ho iniziato la carriera di dj ho subito pensato che un giorno sarei diventato il proprietario di un club. Adesso non ci penso per niente! Anche e soprattutto perché preferisco destinare le mie energie allo studio di registrazione con il mio amico Davide Ruberto: remix, produzioni, musica, musica, musica.

Gestire una realtà di successo come il Des Alpes a Campiglio ormai da anni, quante soddisfazioni e quanti problemi  ha dato a te e ai tuoi soci?

La discoteca va intesa come una vera e propria azienda. Tutti i ruoli vanno definiti con un organigramma, il successo ed i risultati arrivano soltanto così. La mia fortuna è stata trovare soci validi e diversificare le competenze. Io ed il mio sodale Ciuffo ci concentriamo in particolare sulla direzione artistica e nella comunicazione. Siamo in contro-tendenza, mentre assistiamo alla sparizione di tanti imprenditori della notte, costretti a ridurre i costi per sopravvivere e non eclissarsi. Per fortuna esiste ancora chi sa tagliare le spese inutili per poi investire nell’artistico. E per rispondere alla tua domanda, sì, il Des Alpes mi ha dato molte soddisfazioni.

Con gli anni si sente la crisi anche in un luogo di villeggiatura così rinomato?

Questa estate ho viaggiato in lungo ed in largo nelle più rinomate specialità turistiche: la crisi si è sentita, e si sentirà anche d’inverno. Personalmente non ho paura, il giovane vuole sempre divertirsi, e noi sappiamo come proporre un divertimento sano, intelligente e conspevole. Fattori che fanno la differenza!.

Hai una famiglia meravigliosa, tua moglie non è gelosa della tua vita da Dj?

Ancora questa idea fuori tempo della gelosia delle mogli dei dj’s? Mia moglie al massimo può essere gelosa della mia passione per la musica. Io devo tutto a mia moglie ed ai miei figli, senza di loro non sarei arrivato da nessuna parte. Per questo la mia cuffia da dj ha un ritratto del miei figli su uno dei due padiglioni.

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Come vi siete conosciuti tu e tua moglie? Regaliamo un po’ di romanticismo a chi ci legge.

Sulle piste da sci. Io maestro, lei maestra. Ci siamo conosciuti fuori da una scuola di sci a Madonna di Campiglio, aspettavamo un gruppo di bambini e mi sono detto ‘però, me la vorrei sposare una maestra così…’. All’ alba l’ ho portata ai piedi di un castello sul lago Toblino in provincia di Trento – consiglio di andarci è una meraviglia – e ho giocato il jolly. Siamo insieme da 25 anni…

Sei felice?

Sono molto felice. Amo la mia famiglia, i mie bambini, la mia professione. Sono fortunato ad avere tutto questo e ne sono consapevole. Per questo motivo cerco nel mio piccolo di essere vicino alle persone che soffrono e di dare la mia testimonianza a favore dei più giovani; partecipo a serate organizzate dalla Fondazione Exodus di Don Mazzi contro le stragi del sabato sera, questa estate ho partecipato ad un evento benefico a favori dei miei amici terremotati dell’ Emilia e ad alla kermesse di calcetto e musica ‘Wiliam Poli’, sempre per sensibilizzare i ragazzi in merito a certe tematiche. Faccio tutto questo ed altro per poter ricambiare in minima parte l’immensa fortuna che ho avuto.

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Andrea Delogu

Disgrafica e di sinistra, abbiate pietà.

Nella mia biografia basterebbe scrivere che sono nata a Rimini per farvi capire che volente o nolente sono cresciuta con la musica da club o da discoteca.

Nei giorni in cui non andavo a ballare son riuscita a diventare cintura nera di Karate secondo Dan, scrivere e condurre un programma per Match Music dal titolo "A casa di Andrea", presentare il meglio di Sky, recitare in "Saturday Night Live" su Italia1, far parte di un gruppo musicale e cantare la colonna sonora dello spot Heineken USA, a recitare in alcuni cortometraggi, partecipare a diversi spot pubblicitari, ma soprattutto sono riuscita a convincere Panorama a darmi un Blog.

Chi è il matto tra i due? Prima che mi dimentichi: amante del rock, della buona e abbondante cucina, sostenitrice della piadina della Lella e degli strozzapreti del BarSole, malata di Twitter e tuttologa in pensione

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