La prevenzione si tinge di rosa: Femidom, il preservativo femminile
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La prevenzione si tinge di rosa: Femidom, il preservativo femminile

Si chiama Femidom, ha circa 30 anni, ha origini danesi ed è completamente dedicato alle donne. Il preservativo femminile (Female Condom) nasce come metodo contraccettivo alternativo al profilattico maschile ed è in grado di svolgere una duplice funzione: evitare le gravidanze indesiderate e proteggere dalle malattie sessualmente trasmissibili.

Si chiama Femidom, ha circa 30 anni, ha origini danesi ed è completamente dedicato alle donne.

Il preservativo femminile (Female Condom) nasce come metodo contraccettivo alternativo al profilattico maschile ed è in grado di svolgere una duplice funzione: evitare le gravidanze indesiderate e proteggere dalle malattie sessualmente trasmissibili. Il preservativo di prima generazione (FC1), prodotto dalla Female Health Company, è stato introdotto nel 1992 e approvato dalla Food and Drug Administration (FDA) nel 1993. Nel corso degli anni ha raccolto una serie di prove a sostegno della sua efficacia e grazie al supporto del Programma delle Nazioni Unite per HIV/AIDS (UNAIDS) il preservativo femminile è stato introdotto in diversi paesi che ne hanno attivamente promosso il suo utilizzo: Sud Africa, Brasile, Ghana e Zimbabwe. FC1, FC2 e CUPIDO, i tre preservativi femminili ad oggi approvati dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) hanno delle caratteristiche strutturali simili. Si tratta di una sottile, soffice e resistente guaina di circa 17 centimetri che presenta un dispositivo di inserimento da un lato (ad esempio un anello, una spugna o una capsula dissolvente) e un anello all'altra estremità per fissare e garantire la posizione corretta durante il rapporto. FC1 ed FC2 sono i due preservativi maggiormente distribuiti sul mercato internazionale e conosciuti con nomi differenti: Reality in Nord America, Femidom, Dominique, Femy, Myfemy nel resto del mondo. FC1 è fatto in poliuretano mentre l’FC2, il preservativo femminile di seconda generazione, è fatto di nitrile, un lattice sintetico che ne permette la produzione a costi inferiori. Ad ogni modo, entrambi i materiali sono conduttori di calore per cui garantiscono una sessualità piacevole e naturale.

Uno dei vantaggi di tutti i preservativi femminili è che possono essere inseriti in vagina anche diverse ore prima del rapporto sessuale, evitando quindi di interrompere la spontaneità del momento, come avviene nel caso del preservativo maschile. Non finisce qui, il condom femminile non ha bisogno dell'erezione maschile per essere utilizzato, l'uomo non ha l'obbligo di ritirarsi subito dopo l'eiaculazione e può essere utilizzato anche durante le mestruazioni proprio perché è la donna a gestirlo, evitando al partner ogni tipo di disagio o imbarazzo. E' interessante sottolineare che alcune donne dichiarano che l'anello esterno, rimanendo al di fuori della vagina, stimola il clitoride e aumenta la probabilità di raggiungere l'orgasmo.

Non mancano le ricerche volte ad indagare la sua efficacia. Uno studio condotto in Cina ha confrontato il condom femminile con quello maschile, dimostrando simili tassi di gravidanza indesiderata (rispettivamente 1.06 e 1.69 gravidanze su 100 donne valutate per più di 6 mesi). Inoltre, non è emersa nessuna differenza statisticamente significativa per quanto riguarda la comparsa di allergie in seguito all'utilizzo del condom femminile o di quello maschile. All'interno di un campione di donne degli Sati Uniti e dell'America Latina, Farr e collaboratori hanno dimostrato che un uso corretto e prolungato del preservativo femminile ha un'efficacia contraccettiva che rientra nello stesso range degli altri metodi a barriera. Sempre negli Stati Uniti è stato provato che un utilizzo corretto del condom femminile riduce il rischio di tricomoniasi vaginale.  Quest'ultima rappresenta una delle malattie a trasmissione sessuale maggiormente diffusa i cui principali sintomi nella donna sono rappresentati da intenso bruciore e prurito nella zona genitale, perdite anomale e maleodoranti. Purtroppo la tricomoniasi spesso è asintomatica e se non trattata può portare a infertilità.

Uno studio condotto in Thailandia su un campione di prostitute ha dimostrato che, dopo aver aumentato la disponibilità del preservativo femminile, l'incidenza media di malattie sessualmente trasmissibili è scesa del 34% e il numero di rapporti non protetti è diminuito del 25%.

Uno degli studi più recenti è stato condotto nell'Università del Texas su un campione di studenti (55 donne e 94 uomini) tra i 18 e i 24 anni. Quasi il 52% delle donne ha valutato positivamente il preservativo femminile e tra le caratteristiche principalmente apprezzate, sia tra gli uomini che tra le donne, sono state riportate la migliore adattabilità all'anatomia femminile, la maggiore lubrificazione rispetto al condom maschile e la capacità di essere piacevolmente stimolante per entrambi i partner, oltre alla mancanza degli effetti collaterali tipici dei contraccettivi a base ormonale. Tuttavia, tra i commenti negativi emergono le preoccupazioni legate alla grandezza e all'impatto estetico, infatti il preservativo femminile resta visibile al di fuori della vagina, inoltre sembra essere "rumoroso" durante il rapporto.

In linea generale, gli studi condotti fino ad oggi hanno dimostrato che il preservativo femminile, se utilizzato correttamente e in modo costante, è un ottimo metodo contraccettivo che con molta probabilità può sostituire il condom maschile.

Ma se è efficace, comodo, piacevole e discreto perché le donne non lo usano? Nel contesto italiano è quasi completamente sconosciuto, è difficile da reperire, ha costi elevati e nessuno ne parla. Eppure funziona.

Il primo dubbio è facilmente intuibile: come è possibile inserire un preservativo all'interno di un organo che, per caratteristiche anatomiche, si presenta come un canale membranoso del tutto esteso verso l'interno? Ciò si può fare perché la progettazione del preservativo femminile  unisce le caratteristiche del diaframma e del preservativo maschile. L'anello interno serve ad inserire il preservativo nella vagina fino all'osso pubico e a garantirne la posizione giusta durante il rapporto. L'anello esterno rimane al di fuori della vagina e protegge la cervice e i genitali esterni andando a costituire un'estesa ed efficace barriera protettiva tra la vagina e il pene. E' già lubrificato con un prodotto a base di silicone, ma non esclude la possibilità di utilizzare ulteriori lubrificanti. Uno degli svantaggi del preservativo femminile è che richiede esperienza e pratica, ma soprattutto conoscenza del proprio corpo al fine di essere usato nel modo giusto.

Un altro aspetto che impedisce la completa affermazione del Femidom è la tendenza a pensare che il peggio non accada mai a noi. Siamo portati a credere che l'eventualità di contrarre una malattia sessuale sia una realtà completamente lontana e, guidati dai pregiudizi, erroneamente la maggior parte di noi pensa che il Virus dell'Immunodeficienza Umana (HIV)  riguarda soltanto i paesi sottosviluppati, i tossicodipendenti, la prostituzione, gli omosessuali o persone che hanno stili di vita "differenti" dai nostri. Le malattie a trasmissione sessuale interessano chiunque abbia una vita sessualmente attiva, a prescindere dalla stabilità o occasionalità dei rapporti. In base ai dati riportati dalla Lega Italiana per la lotta contro l'AIDS (LILA ONLUS)  in Italia sono circa 150.000 le persone malate e ogni anno ci sono 3.641 nuove infezioni. Non si può ignorare che 854 persone con HIV sono donne. Sempre da LILA arriva la notizia che nel 2011 la donna più giovane a cui è stata diagnosticata l'infezione da HIV aveva 16 anni, la più anziana 76. Le donne, per motivi culturali, socioeconomici e biologici sono maggiormente esposte e più vulnerabili alle infezioni sessuali per cui non si può negare l'urgenza di un metodo contraccettivo che permette al genere femminile, per la prima e unica volta, di disporre liberamente della propria salute sessuale, non solo in termini di contraccezione ma anche e sopratutto in termini di prevenzione nei confronti dell'HIV e di tutte le altre malattie a trasmissione sessuale.

 

Purtroppo sulle donne grava ancora oggi il peso della differenza di genere. Lo stereotipo del maschio dominante all'interno di una relazione è un ostacolo che limita alle donne la possibilità di gestire la propria salute sessuale. Da sempre la donna è associata al concetto di passività, in relazione ai diversi ambiti di vita familiare, sociale, lavorativa e ancora di più sessuale. Tradizionalmente è educata alla passività e all'accettazione della supremazia maschile, le viene trasmessa fin dall'infanzia un'immagine di sé come maggiormente vulnerabile e indifesa. Questo porta ad interiorizzare la credenza secondo la quale la donna da sola non può proteggersi. Il preservativo femminile, da un punto di vista "simbolico", toglierebbe al maschio quel ruolo attivo che gli viene imposto dagli stereotipi socioculturali. La donna finalmente ha libertà di scelta è può decidere in piena autonomia in che modo proteggersi, prendendo il controllo del proprio corpo e della propria salute sessuale che non dipendono più dalla volontà maschile.

Quest'anno la FDA ha annunciato di aver iniziato a rivalutare il preservativo femminile al fine di renderlo un dispositivo medico di classe II e non più di classe III. Questo cambiamento ridurrebbe il primato assegnato al preservativo maschile offrendo al condom femminile la possibilità di affermarsi una volta per tutte.

Attualmente Femidom può essere trovato online e nei sexy shop, oppure lo si può ordinare in farmacia, sebbene il suo costo sia tre volte superiore a quello maschile.

Per concludere è importante sottolineare che, a prescindere dal metodo utilizzato o di chi sia a gestirlo, quello che veramente conta è proteggersi, perché le malattie sessuali sono reali così come è reale il rischio di incorrere in una gravidanza quando non è il "momento giusto". Garantirsi un benessere sessuale che limiti i rischi senza escludere il piacere o la passione è questione di intelligenza, e questo vale sia che tu sia donna, sia che tu sia uomo.

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Daniele Mollaioli

Dottore in Psicologia Applicata, Clinica e della Salute, Consulente ed Educatore Sessuale presso l'Università degli Studi dell'Aquila

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