In tema di elezioni

E così anche noi, popolo ceco, ci presentiamo a te con un nuovo programma. Abbiamo fondato un partito politico e siamo convinti che le cose andranno secondo quel detto polacco che dice: «Da una piccola scintilla nasce un gran falò».…Leggi tutto

E così anche noi, popolo ceco, ci presentiamo a te con un nuovo programma. Abbiamo fondato un partito politico e siamo convinti che le cose andranno secondo quel detto polacco che dice: «Da una piccola scintilla nasce un gran falò».

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Voi tutti certamente vi chiedete quali siano le opinioni e il programma da noi sostenuti. Ma può esservi parola d’ordine più bella di quella che il partito ha scritto sul suo pavese: «Progresso moderato nei limiti della legge»?

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Il progresso è un’arma a doppio taglio come la birra. Uno ci si butta a corpo morto e non sa quando smetterla. Guardiamoci un po’ intorno, e vedremo per esempio come il progresso del Libero pensiero porta la gente in prigione per inavvedutezza, mentre una persona veramente progressista e priva di pregiudizi può coltivare nelle chiese di tutte le confessioni il proprio progresso, nel silenzio e magari con l’accompagnamento di musica per organo. Su di noi vegliano giuste leggi e uffici di polizia senza la cui protezione neanche un capello ci cade di testa, e questo costituisce progresso. Se guardiamo altrove, per esempio alla Cina, dove gli organi di polizia tagliano la testa alla gente, poi dobbiamo riconoscere da soli quale progresso regni da noi. E allora prudenza con questo progresso.

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Ho appena avuto l’onore di concorrere per il Partito del progresso moderato nei limiti della legge al posto di parlamentare per un regno e per un paese rappresentati alla dieta imperiale, e già la calunnia si è impadronita di me e, per dirla con le parole del poeta Mickiewicz (nato l’anno 1798 dopo Cristo), essa mi trascina per il fango delle vie. Infatti dalla parte avversa è corsa fama che io sia stato già condannato due volte.
Elettori! Dichiaro qui alla vostra presenza che questa è una subdola invenzione e una volgare menzogna. Sono stato condannato tre volte!

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Il programma del partito è assai semplice e, nonostante il suo carattere progressista, assolutamente accettabile per tutti i ceti, le confessioni, le osterie e i mestieri. Lo abbiamo riassunto in questi succinti punti:
1. Progresso moderato nei limiti della legge.
2. Maggiore severità verso il popolo povero.
3. Statalizzazione dei portieri e dei sagrestani.
4. Basta con i creditori morosi laici.
5. Le banche siano date agli ecclesiastici.

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Nessun partito politico fece tanto attivismo come noi. Comizi e riunioni elettorali si tennero ogni giorno, finché quel memorabile giorno in cui l’elettorato di Vinohrady doveva mostrare la sua maturità politica dando il voto al candidato del Partito del progresso moderato nei limiti della legge. Purtroppo però, coloro che che in apparenza simpatizzavano col nuovo partito abbandonarono all’ultimo momento la bandiera che avevano scelto a Kravín, e votarono contro di noi. Soltanto trentotto uomini resistettero e non si lasciarono attirare dai candidati social-nazionali, socialdemocratici e costituzionalisti, ma votarono invece il candidato del Partito del progresso moderato nei limiti della legge, la qual funzione onoraria era stata affidata a me.

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E contemporaneamente dagli uffici elettorali avversari giungevano notizie che i partiti avversari facevano un attivismo furibondo. Esponemmo un manifesto di questo tenore: «Si assume un giovane di provata moralità per calunniare i candidati avversari».

(Jaroslav Hašek, Storia del partito del progresso moderato nei limiti della legge. Il partito si presentò regolarmente alle elezioni del 1911, ma raccolse solo poche decine di voti: non bastò la promessa di dare a ogni elettore un acquario tascabile. La Storia del partito… è meritoriamente disponibile in ebook per Sugaman).

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Tommaso Giancarli

Nato nel 1980, originario di Arcevia, nelle Marche, ho studiato Scienze  Politiche e Storia dell'Europa a Roma. Mi sono occupato di Adriatico e  Balcani nell'età moderna. Storia e scrittura costituiscono le mie  passioni e le mie costanti: sono autore di "Storie al margine. Il XVII  secolo tra l'Adriatico e i Balcani" (Roma, 2009). Attualmente sono di  passaggio in Romagna.

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