Dei traditori e degli eroi

Quando ho scritto quella cosa sulla Russia, l’altra volta, per restare nell’afflato borgesiano mi è anche venuto in mente di buttar giù un altro “Tema del traditore e dell’eroe”, sempre in salsa russa. Il racconto di Borges, com’è noto, narra …Leggi tutto

Quando ho scritto quella cosa sulla Russia, l’altra volta, per restare nell’afflato borgesiano mi è anche venuto in mente di buttar giù un altro “Tema del traditore e dell’eroe”, sempre in salsa russa. Il racconto di Borges, com’è noto, narra della fine tragica e gloriosa di un eroe nazionale (irlandese, “per comodità”) e di come la morte eroica nasconda in realtà l’esecuzione di un traditore, scoperto dai propri compagni, il quale solo con la morte riscatta il proprio tradimento e anzi si fa, appunto, eroe. La vicenda, singolarmente affascinante, ispirò fra l’altro Bernardo Bertolucci e Sergio Leone, che in Giù la testa mette in scena un irlandese assai borgesiano.

Ovviamente io mi auguro e credo che non ci debbano essere tragedie ed esecuzioni nel futuro della Russia; quello che mi colpisce del “Tema”, e che avrei voluto riaffrescare ed adattare alla Russia odierna, è la circostanza che la verità – e dunque il tradimento – vengano scoperti a distanza di un secolo dai fatti; in altre parole, mi interessa e mi intriga la miopia con cui, forse necessariamente, guardiamo al presente, e la nostra incapacità di individuare il traditore e l’eroe nel complesso canovaccio che si snoda dal coraggioso riformatore Gorbačëv, demolitore dell’Urss, passando per l’imperscrutabile El’cin, fino all’autoritario e ombroso Putin, restauratore della potenza russa. Chi ha tradito? Chi ha fatto bene? Chi è l’eroe? Chi ha mentito?

Tuttavia, la miopia e l’incapacità di giudicare che mi affascinano sono le stesse motivazioni che mi impediscono di riscrivere quella novella: come dentro al testo di Borges, la verità – credo – verrà fuori con chiarezza fra un centinaio d’anni. E tutto fa pensare che per allora né io né voi saremo là a controllare.

Ma voglio essere fiducioso: sentiamoci nel 2062, in occasione delle Olimpiadi di quell’anno (invernali), e chissà che questi tempi frenetici non abbiano già maturato la risposta alle mie e ad altre domande.

I più letti

avatar-icon

Tommaso Giancarli

Nato nel 1980, originario di Arcevia, nelle Marche, ho studiato Scienze  Politiche e Storia dell'Europa a Roma. Mi sono occupato di Adriatico e  Balcani nell'età moderna. Storia e scrittura costituiscono le mie  passioni e le mie costanti: sono autore di "Storie al margine. Il XVII  secolo tra l'Adriatico e i Balcani" (Roma, 2009). Attualmente sono di  passaggio in Romagna.

Read More