Poco meno degli angeli

Che il cristianesimo contenga fin quasi dalle sue origini una buona dose di platonismo è fatto talmente risaputo da rendere la sua constatazione perfino banale. Forse a Nietzsche sembrò una gran boutade definirlo “platonismo per il popolo”, e in effetti …Leggi tutto

Che il cristianesimo contenga fin quasi dalle sue origini una buona dose di platonismo è fatto talmente risaputo da rendere la sua constatazione perfino banale. Forse a Nietzsche sembrò una gran boutade definirlo “platonismo per il popolo”, e in effetti gli va riconosciuta una certa qual icasticità, ma a ben vedere tale definizione non rivela granché di originale.

Tra tutte le idee platoniche che hanno trovato terreno fertile nella cultura cristiana, un posto di primo piano è occupato da quella dell’anima: che l’essenza dell’uomo, ciò che lo rende diverso da ogni altro ente creato, sia alcunché di immateriale e indistruttibile, di impalpabile e, al contempo, più vero del vero e più reale del reale, e che racchiuda tutto ciò che riguarda il pensiero, la ragione, l’intellezione, il volere, la deliberazione, il sentimento, il desiderio, l’amore, la pietas, insomma ciò che rende l’uomo peculiarmente umano.

Poi sono arrivati, nell’ordine, gli empiristi, i materialisti vecchio stile, i positivisti, Marx, lo stesso Nietzsche, Freud, i neopositivisti, le neuroscienze, eccetera, ciascuno dei quali a modo suo ha tentato – complessivamente con un innegabile successo – di mostrare e dimostrare che no, non c’è nessuna anima immortale: l’uomo non è altro che un grumo di materia (o l’insieme dei suoi istinti vitali, o la risultante della struttura sociale in cui si trova a vivere) e ciò che chiamiamo pensiero si riduce a una serie di condizioni materiali ed è la risultante delle loro complesse stratificazioni e correlazioni.

In verità, a me pare che tra tutte le religioni, il cristianesimo (e specificamente il cattolicesimo) sia il più attrezzato per reggere questa sfida antropologica e, anzi, forse perfino a disinnescarne la portata religiosa e teologica. Intendiamoci: il legame tra platonismo e cristianesimo è stato e continua a essere forte e al cristianesimo platonizzato (o al platonismo cristianizzato) occorre che i cristiani di oggi (e non solo loro) continuino a portare rispetto teoretico. Quell’idea, quella dell’anima, è un’idea dannatamente buona ed efficace per spiegare un sacco di cose, o almeno lo è stata per millenni, e nessuna idea che regga indiscussa per millenni può essere, in sé, una cattiva idea. Però le idee, nonostante quel che ne pensasse lo stesso Platone, non sono eterne e immutabili. Sull’antropologia, fortunatamente, si può continuare a ragionare, e pure sulla specificità dell’antropologia cristiana.

Per salvaguardare l’unicità umana e il suo valore è necessario arroccarsi a difesa dell’idea platonica di anima? È necessario far quadrato attorno al concetto di una sostanza immateriale sussistente per sé, eterna e immortale, coincidente con la totalità della nostra individualità cosciente? È davvero un attacco così micidiale, per il cristianesimo, l’insieme delle scoperte e delle constatazioni che, da Platone in qua e con una bella accelerazione negli ultimi tre secoli, sono state fatte sul legame tra la natura materiale del cosmo e ciò che identifichiamo con quanto vi è in noi di specificamente umano? Ipotizzare che il pensiero o ciò che abbiamo per secoli chiamato “anima” sia un epifenomeno della materia riduce la rilevanza di ciò che il pensiero o l’anima sono?

Insomma: è proprio necessario che l’anima sia qualcosa che sta dentro di noi? Che la peculiarità umana, ciò che Cristo afferma essere così prezioso che perdendolo non basterebbe il mondo intero a pareggiarne il valore (Mc 8, 36: “Che giova infatti all’uomo guadagnare il mondo intero, se poi perde la propria anima?”), consista in un fantasma invisibile che abiti il nostro corpo come i piloti dei robot dei cartoni animati giapponesi? E se tutto ciò fosse davvero non in un qualche inattingibile dentro, ma là fuori, sempre già nel mondo, sempre già nel bel mezzo della realtà materiale, sempre e da sempre già sotto gli occhi di tutti?

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