Micromanifesto per una metafisica modesta

Sapere che la Pietà Rondanini di Michelangelo è fatta di marmo e che il marmo è, sostanzialmente, composto da molecole di carbonato di calcio, cioè di atomi di carbonio, calcio e ossigeno in proporzione 1-1-3, e che tutto quel marmo …Leggi tutto

Sapere che la Pietà Rondanini di Michelangelo è fatta di marmo e che il marmo è, sostanzialmente, composto da molecole di carbonato di calcio, cioè di atomi di carbonio, calcio e ossigeno in proporzione 1-1-3, e che tutto quel marmo pesa tot tonnellate è certamente rilevante. È qualcosa che c’entra con ciò che chiamiamo la bellezza di quella statua o col suo significato? La risposta è, ancora una volta, certamente sì. Se, per ipotesi assurda, Michelangelo avesse voluto scolpire la Pietà Rondanini in basalto nero invece che in candido marmo di Carrara, quell’opera avrebbe assunto tutt’altra tonalità emotiva e sarebbe diversamente interpretabile. Avrebbe un diverso significato. Sarebbe diversamente bella.

Ciò che è fisicamente possibile constatare della Pietà Rondanini di Michelangelo, tuttavia, esaurisce ciò che è sensato dire su quella statua? Altrettanto certamente, no. Asserire che quell’opera è bella o che rappresenta l’idea o ciò che Michelangelo immaginava del trapasso dalla vita all’aldilà o qualsiasi altro rilievo estetico, storico, culturale, filosofico su quell’oggetto non equivale a scoprire da qualche parte un altro chilo di marmo che precedentemente era sfuggito alla bilancia, né un nuovo elemento chimico che ne renda diversa la composizione.

A me pare che la metafisica sia un po’ tutta qui: niente di meno e niente di più. Al tempo stesso innegabile e, per così dire, modesta. Non risiede in iperurani nascosti ai semplici, ma – come già scrivevo qualche giorno fa – sta lì, davanti agli occhi di tutti, inestricabile dalla materia, eppure con una sua semplice autonomia. L’anima non è altro che quella dimensione reale che non può essere definita e misurata con la bilancia. Arrivassimo a sapere che il pensiero non è altro che il fenomeno di superficie di una struttura fisiologica straordinariamente articolata e complessa – e penso che prima o poi capiterà – la questione dell’anima non sarebbe affatto risolta, così come non è risolta la questione di che cosa sia la Pietà Rondanini una volta scoperta la sua composizione chimica.

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Marco Beccaria

Marco Beccaria è nato a Milano nel 1967. Sa fare passabilmente tre cose:  insegnare filosofia e storia al liceo, discutere oziosamente di massimi  sistemi e il master di Dungeons & Dragons. Meno bene riesce a  giocare a pallacanestro e ad andare in bicicletta, il che non gli  impedisce di trarre godimento da entrambe le attività. È sposato con  Raffaella e vive tra i colli piacentini e Milano.

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