Il cielo stellato dentro l’LHC

Torno sulle infinite discussioni che ha generato l’annuncio della (probabile) scoperta del bosone di Higgs. In un’intervista, Margherita Hack ha detto che più che “particella di Dio” lo chiamerebbe addirittura dio, in quanto “e’ la particella che spiega come …Leggi tutto

Torno sulle infinite discussioni che ha generato l’annuncio della (probabile) scoperta del bosone di Higgs.

In un’intervista, Margherita Hack ha detto che più che “particella di Dio” lo chiamerebbe addirittura dio, in quanto

“e’ la particella che spiega come si forma la materia delle altre particelle e siccome queste sono quelle da cui poi deriva tutto – le stelle, gli elementi che abbiamo sulla terra, compresi quelli che compongono gli esseri umani – questa particella e’ veramente dio.”

Ricordo che mi disse qualcosa di simile un amico ateo umanista anni fa, al ricorrente divampare della eternamente ritornante polemica sul crocifisso negli uffici pubblici e nelle aule scolastiche in Italia. La posizione di Amico Ateo Umanista era che, se proprio qualcosa deve essere appeso alle pareti delle aule, che sia una placca recante il secondo principio della termodinamica.

In effetti, le leggi fondamentali che rappresentano la forma con cui la mente umana dà ordine all’universo conosciuto generano in chiunque non sia uno sciocco insensibile una qual certa venerazione, un analogo del mistico rispetto kantiano per il cielo stellato.

Però mi pare che in questo modo il problema di Dio sia posto malamente, a cominciare proprio dal voler scrivere Dio con l’iniziale minuscola (non so se la Hack l’abbia precisato o se si tratti di una cautela dell’intervistatore). Chiarisco: se ciò che veneriamo è una parte, per quanto fondamentale, dell’universo o una legge che ne connette i fenomeni in una sintesi in qualche modo chiarificatrice e comprensibile, è perfettamente coerente menzionarlo con l’iniziale minuscola, proprio perché non è di Dio che stiamo parlando. Al netto dell’efficacia comunicativa della battuta, che riconosco resti notevole, impostare al modo della Hack la questione di Dio è fuorviante esattamente allo stesso modo di chi pretendesse di ritenere dimostrata l’esistenza di Dio dalla “bellezza della natura” o dall’ordine dell’universo.

Insomma, ne parlavamo già: Dio non è una nube di elettroni. Né un bosone.

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Marco Beccaria

Marco Beccaria è nato a Milano nel 1967. Sa fare passabilmente tre cose:  insegnare filosofia e storia al liceo, discutere oziosamente di massimi  sistemi e il master di Dungeons & Dragons. Meno bene riesce a  giocare a pallacanestro e ad andare in bicicletta, il che non gli  impedisce di trarre godimento da entrambe le attività. È sposato con  Raffaella e vive tra i colli piacentini e Milano.

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