Discussioni popperiane

Qualche tempo fa, mentre eravamo seduti al tavolino di un bar a bere qualcosa, un mio amico intelligentemente scemo (che nessuno si preoccupi per le sorti del nostro rapporto: è la medesima definizione che lui darebbe di me, la convinzione …Leggi tutto

Qualche tempo fa, mentre eravamo seduti al tavolino di un bar a bere qualcosa, un mio amico intelligentemente scemo (che nessuno si preoccupi per le sorti del nostro rapporto: è la medesima definizione che lui darebbe di me, la convinzione simmetrica e reciproca che l’altro sia intelligentemente scemo è il cemento della nostra amicizia, nonché in genere fonte di notevole divertimento) mi chiese così, a bruciapelo, se io pensassi che potesse esserci un fatto, uno qualsiasi, che – verificandosi o non verificandosi – potesse mettere in discussione la mia fede in Dio. Amico Intelligentemente Scemo è, come avrete forse già capito, un popperiano e se la fede in Dio ci divide, la stima per Popper ci unisce.

Quel che Amico Intelligentemente Scemo voleva capire era se la fede (o perlomeno la mia fede) fosse nient’altro che un’isteria della volontà, inattaccabile da qualsiasi fatto, da qualsiasi constatazione empirica, da qualsiasi evenienza, nel qual caso sarebbe stato confermato nel suo pregiudizio relativo alla sua insensatezza, oppure se vi fosse per lui una pur remota possibilità di ricollocare la fede entro un orizzonte di razionalità.

Gli diedi una risposta che credo sia stata, per lui, al contempo soddisfacente e insoddisfacente. In effetti, scendendo dal generico teismo al cristianesimo, c’è una qualche evenienza fisica data o non data la quale il cristianesimo sta o crolla. Lascio al lettore indovinare di che cosa si tratti e quale tono ebbe la mia risposta (la soluzione si trova in 1 Cor 15, 14). Per il momento lasciamo da parte il discorso su se e come questa evenienza possa, oggi, essere verificata.

Ciò che per ora mi interessa è rimarcare che quella evenienza fisica resta condizione necessaria al darsi della fede e al suo non essere vana, ma non sufficiente.

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Marco Beccaria

Marco Beccaria è nato a Milano nel 1967. Sa fare passabilmente tre cose:  insegnare filosofia e storia al liceo, discutere oziosamente di massimi  sistemi e il master di Dungeons & Dragons. Meno bene riesce a  giocare a pallacanestro e ad andare in bicicletta, il che non gli  impedisce di trarre godimento da entrambe le attività. È sposato con  Raffaella e vive tra i colli piacentini e Milano.

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