Un brutto rapporto con il concetto di abbandono

Parliamoci chiaramente: distaccarsi da qualcosa o da qualcuno è molto spesso uno schifo di esperienza. Quasi tutti gli individui hanno sperimentato un distacco: hanno perso un congiunto, sono stati mollati dal proprio partner, hanno cambiato casa e quindi ambiente di …Leggi tutto

Parliamoci chiaramente: distaccarsi da qualcosa o da qualcuno è molto spesso uno schifo di esperienza.

Quasi tutti gli individui hanno sperimentato un distacco: hanno perso un congiunto, sono stati mollati dal proprio partner, hanno cambiato casa e quindi ambiente di vita, hanno rinunciato ad una sostanza, ad uno stile di vita ecc..

Che brutto cambiare vero? La terra frana sotto i piedi e noi ci sentiamo spersi … un po’ come dei bambini. Quando sperimentiamo il distacco dobbiamo affrontare un cambiamento e mettere in discussione i nostri punti di riferimento e le nostre certezze. Non è decisamente facile tutto questo! Ho scritto infinite volte che la resistenza al cambiamento ha una forza erculea, dalla quale non è decisamente facile divincolarsi.

Cosa succede nella nostra vita quando sperimentiamo un abbandono? … sperimentiamo una delle sensazioni più brutte del mondo: il lutto.

Cos’è questo lutto? Perché esiste ? Non staremmo tanto meglio senza? Beh, per quanto veramente tosto da affrontare il lutto è un fenomeno fondamentale. Vi vedo già inorriditi a questa affermazione. Il fatto è che il lutto è un vero e proprio percorso tramite il quale gli esseri umani elaborano un evento traumatico. Ovviamente più è traumatico l’evento maggiore sarà l’elaborazione dello stesso! Non possiamo paragonare la morte di Peppino il criceto con quella di un genitore.

Il lutto è un percorso costituito da varie tappe; affrontare questo duro viaggio è fondamentale al fine di accettare un distacco.

Cosa succede invece se scappo da questo benedetto lutto?

Molto semplice: starò molto meno male sul momento, ma questo è solo un sollievo momentaneo. La realtà è che i lutti non risolti in qualche modo tornano a galla. La loro manifestazione più comune è quella di interferire nella creazione di nuovi legami affettivi. Eh si, i vecchi distacchi non gestiti hanno decisamente voce in capitolo nella creazione di nuovi legami.

Quali sono questi famosi passi per l’elaborazione di un lutto? La letteratura riporta i seguenti step:

1) Rifiuto psicologico della perdita e quindi la non accettazione dell’evento luttuoso.

2) Ribellione … ci si ribella alla perdita!

3) Tristezza e nostalgia nei confronti di ciò che è stato perduto.

4) Sensazione di paura, terrore … come farò senza … Peppino il cricetino?

5) Accettazione mentale

6) Creazione (finalmente) di un nuovo attaccamento

Queste fasi non sono facili da affrontare, ciascuna ci chiede un tributo di lacrime per passare allo schema successivo (per riprendere un gergo da videogioco) ma non ci sono molte altre soluzioni; o ci si butta, o si rimane fermi e statici in una sorta di limbo affettivo.

Le strategie per evitare l’elaborazione del lutto sono ovviamente molteplici, e anche piuttosto subdole, per esempio:

1) Riempirsi la giornata in modo quasi ossessivo per colmare ogni singolo momento anziché dedicare un po’ di tempo ad affrontare la perdita … e viversela (per quanto pesante e doloro sia)

2) Rimpegnarsi subito con una figura similare a quella che abbiamo perso, per esempio: la fidanzata mi lascia? Non accetto il distacco e mi riaccompagno subito con un’altra donna .

3) Andare alla strenua ricerca di serenità chiedendo aiuto a dottori, santoni, capi carismatici, religioni varie, sette, libri ecc..

Inutile dire che tutte queste strategie servono solo a peggiorare la situazione in quanto ostacolano il normale e fisiologico processo di elaborazione del lutto … a volte basta aspettare … viversi il distacco … e poi ripartire.

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Matteo Marini