Winona forever (e Wino chi non lo dice)

Winona forever (e Wino chi non lo dice)

Le ragazze della mia generazione, e di quella subito prima, volevano tutte essere Winona Ryder. Conto almeno dieci amiche che sostengono persino di assomigliarle (in questi casi, come dice nantra amica, annuire sempre, come i cagnolini dietro le macchine). Winona …Leggi tutto

Le ragazze della mia generazione, e di quella subito prima, volevano tutte essere Winona Ryder.
Conto almeno dieci amiche che sostengono persino di assomigliarle (in questi casi, come dice nantra amica, annuire sempre, come i cagnolini dietro le macchine).

Winona Ryder sarebbe dovuta diventare la grande attrice degli anni Novanta. Avrebbe dovuto vincere l’Oscar tutte e due le volte in cui è stata candidata. Da non protagonista per L’età dell’innocenza (vinse la poco più che decenne Anna Paquin, per dire); da protagonista per il-Piccole-donne-non-di-Cukor, inguardabile, ma del resto quell’anno era nominata pure Jodie Foster per Nell.

Winona Ryder ha resistito ad altri due scippi di Oscar. Da parte di Angelina Jolie per Ragazze interrotte: vinse come non protagonista di quel film di cui Ryder era protagonista e produttrice, se ne ricorda la faccia quando la futura signora Pitt, dopo aver limonato il fratello, salì sul palco a prendersi il premio; e da parte di Gwyneth Paltrow, che, narra la leggenda, le rubò dalla scrivania il copione di Shakespeare in Love(con cui vinse l’Oscar da protagonista) nel periodo in cui frequentavano due migliori amici, più noti come Ben Affleck e Matt Damon.

Winona Ryder qualche anno fa ha girato un film molto stupido sulle morti molto stupide, così stupide da far regredire l’umanità e meritarsi un cosiddetto “Darwin Award” (questo era anche il titolo).
Winona Ryder medesima è morta in un modo molto stupido: solo per aver rubato dei trucchi all’Upim come una qualunque sedicenne in corso Buenos Aires.
Da allora – era il 2001 – Winona Ryder ha girato quasi una ventina di film. Non se ne ricorda nessuno. Non c’è tra questi un Giovani, carini e disoccupati, né un Dracula di Bram Stoker, né anche solo un Boys. Figurarsi i Tim Burton di quando Tim Burton aveva un senso.

Winona Ryder sta girando ora un film su copione di Sylvester Stallone, un altro morto risorto (per quanto mi riguarda, grazie a Rocky Balboa; per tutti gli altri, per la doppietta de I mercenari).
Winona Ryder e i suoi occhi sbarrati e le sue braccia non certo da quasi quarantunenne son passati di recente dai tappeti rossi di Venezia e Toronto, l’aria spaurita di chi ha fatto qualcosa di sbagliato e cerca una qualsivoglia riabilitazione.

Io lo so che un giorno Winona Ryder salirà su quel palco, e ritirerà quella statuetta, e ringrazierà Angelina, e Gwyneth, e tutte le altre, e sulle guance le si scioglierà il rimmel che aveva appena scavallato proprio lì, fuori dal Kodak Theatre.

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Mattia Carzaniga

Nato nel 1983, giornalista, scrive per varie testate. Ha pubblicato i  libri «L'amore ai tempi di Facebook» (Baldini Castoldi Dalai, 2009) e  «Facce da schiaffi» (Add Editore, 2011). Guarda molti film, passa troppo  tempo on line, ruba pezzi di storie alle persone che incontra.

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