Flavia Vento, altro che Fiorello, altro che chiacchiere

Flavia Vento, altro che Fiorello, altro che chiacchiere

Amo da sempre Flavia Vento. L’amavo quando stava dentro al plexiglass. Quando faceva la pasionaria accanto a quello cui ho dato il mio primo voto (non serve ricordare il nome). Quando declamava poesie di isole e pirati. Quando – lo …Leggi tutto

Amo da sempre Flavia Vento.
L’amavo quando stava dentro al plexiglass. Quando faceva la pasionaria accanto a quello cui ho dato il mio primo voto (non serve ricordare il nome). Quando declamava poesie di isole e pirati. Quando – lo ricordiamo in pochi – s’accompagnava a Mimmo Calopresti, la più grande conventicola che non è stata, avrebbero potuto fare cose che lasciamo stare, altro che Castellitto e Mazzantini.

L’amo ora che, col nome di Flaviaventosole, dimostra di essere l’unica, in questo paese, ad aver compreso Twitter. Io, ad esempio, non l’ho compreso, i suoi post me li gira provvidamente un’amica. Oggi mi sono svegliato e ne avevo quattro nuovi nuovi, e la mia giornata sarebbe pure potuta finire lì.

@Flaviaventosole: Voglio fare un mio programma scenografia un castello e 7 personaggi fatati che cantano tutto in una fiaba dove si parla di misteri

@Flaviaventosole: Immaginate io vestita da fatina e aladino dumbo pinocchio biancaneve peter pan re artu’ cenerentola che balliamo questa la sigla

@Flaviaventosole: Si ci vuole un programma cosi’per ritornare a sognare e dimenticare il mondo dei cattivi.. Riusciro’a farlo bidibodibu’

@Flaviaventosole: La canzone qui nel mondo fatato siam tutti felici ci sono i fiori ci sono gli elfi ci sono le zucchette qui siam tutti felici

Io amo Flavia Vento perché penso di aver capito chi è davvero: una Carla Bruni incompresa. E un giorno, vedrete, ve lo dimostrerà.

(Comunque ha ragione lei: il programma col castello fatato c’era, era la Domenica In di Pippo Baudo, e a quel tempo eravamo tutti felici.)

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Mattia Carzaniga

Nato nel 1983, giornalista, scrive per varie testate. Ha pubblicato i  libri «L'amore ai tempi di Facebook» (Baldini Castoldi Dalai, 2009) e  «Facce da schiaffi» (Add Editore, 2011). Guarda molti film, passa troppo  tempo on line, ruba pezzi di storie alle persone che incontra.

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