Batman è morto (ma non finisce qui, purtroppo)

Batman è morto (ma non finisce qui, purtroppo)

Batman (Christian Bale) si era preso l’anno sabbatico perché c’aveva i cazzi suoi, poi però Gotham City è in pericolo e deve rientrare nel costume di Halloween. In città ci sono due tipe, CaneBauBauWoman (Anne Hathaway) e una specie di …Leggi tutto

Batman (Christian Bale) si era preso l’anno sabbatico perché c’aveva i cazzi suoi, poi però Gotham City è in pericolo e deve rientrare nel costume di Halloween. In città ci sono due tipe, CaneBauBauWoman (Anne Hathaway) e una specie di Nicoletta Mantovani senza occhiali (Marion Cotillard), e se lo vogliono limonare entrambe ma non si capisce quale delle due è la buona e quale la cattiva – cioè, si capisce perché il film l’hanno scritto gli sceneggiatori di Quando si ama, ma bisogna far finta di niente perché Christopher Nolan è un Grande Autore Concettuale. Ma soprattutto c’è tale Bane (Tom Hardy), un bestione con la museruola che semina il panico non tanto perché fa saltare in aria gli stadi ma perché parla doppiato da Filippo Timi.
Non succede niente ma bisogna arrivare a 165 minuti, sennò non è il Grande Film Concettuale del Grande Autore Concettuale, ché la trilogia si deve chiudere in gran pompa, cioè la trilogia si chiude ma non si chiude, ovviamente, c’è anche un finale apertissimo sul Lungarno.
Ora faranno il reboot, che va tanto di moda e fa vendere molti più gadget ancora alle case di fumetti. Prenderanno un Attore Bono Ma Concettuale come Ryan Gosling o Michael Fassbender, ci metteranno un concettualissimo regista da Sundance Film Festival, perché Batman è la saga intellettuale, è il Bergman dei supereroi, poche storie.
David Cronenberg, che è il più figo di tutti, ha detto di recente (vado a memoria) che Batman che corre col mantello non è cinema d’arte, è solo Batman che corre col mantello. Roba da ragazzini. Ma a Hollywood, si sa, i fighi restano sempre inascoltati.

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Mattia Carzaniga

Nato nel 1983, giornalista, scrive per varie testate. Ha pubblicato i  libri «L'amore ai tempi di Facebook» (Baldini Castoldi Dalai, 2009) e  «Facce da schiaffi» (Add Editore, 2011). Guarda molti film, passa troppo  tempo on line, ruba pezzi di storie alle persone che incontra.

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