«Angelina» e «sfumature» son due concetti che proprio non vanno insieme

«Angelina» e «sfumature» son due concetti che proprio non vanno insieme

È in libreria Fifty Shades of Grey, rititolato Cinquanta sfumature di grigio, laddove il «grigio» originale è il cognome del protagonista, ma figurarsi se ciò importa, qui da noi. Trama: giovane studentessa ingenua incontra giovane imprenditore vizioso che …Leggi tutto

È in libreria Fifty Shades of Grey, rititolato Cinquanta sfumature di grigio, laddove il «grigio» originale è il cognome del protagonista, ma figurarsi se ciò importa, qui da noi. Trama: giovane studentessa ingenua incontra giovane imprenditore vizioso che la introduce alle meraviglie del sesso estremo. L’ha scritto una signora inglese dall’aria gentile e dal grande talento pubblicitario, è diventato un caso da milioni di copie vendute, ora dovrebbe affollare anche le nostre spiagge, brividi pornosoft nascosti dietro una copertina austera che sembra quella di un libro sulla Crisi. Mi è arrivato l’altro giorno, aprendolo a caso ho letto: «Sono bloccata sotto di lui, inerme»; «Mi sfiora con il naso la sommità tra le cosce»; e un incredibile contratto tra il Dominatore e la Sottomessa, laddove al posto dell’eventuale custodia dei figli son sancite cose come l’uso di dildo.
Il bestseller diventerà presto un film. E, da notizia vera o presunta degli ultimi giorni, pare che la produzione abbia proposto la regia ad Angelina Jolie. Dunque, la Jolie ha diretto l’anno scorso un film assai serio e terzomondista, In the Land of Blood and Honey, guerra in Bosnia, stupri etnici, tutta roba ben poco – lo sto per scrivere – glam. In fondo anche Kubrick dopo Orizzonti di gloria (tralasciamo la commissione di Spartacus) girò Lolita: con le assai debite proporzioni, avrà pensato la produzione, per la Jolie potrebbe fare curriculum allo stesso modo. Probabilmente è una bufala. Ma, fosse accaduto veramente, immagino la povera Angelina che vede mortammazzata la sua credibilità di regista a mestiere appena cominciato. La vedo gridare mentre legge la mail in cucina (no: su un volo Giacarta-Addis Abeba), trattata come una casalinga disperata qualsiasi che ha bisogno di un po’ di bondage patinato, lei che portava al collo, dentro quel famigerato ciondolo, il sangue dell’ex marito. Ci mancano solo i romanzi spinti, che già ‘sta storia del matrimonio la sta facendo passare per una sciuretta come tante. Quale sarà la data, dunque? Che punto di bianco ha scelto per le partecipazioni? Il catering sarà davvero eritreo? La immagino urlare, la Regista Di Roba Seria. Urlare come solo chi non ha sfumature sa fare.

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Mattia Carzaniga

Nato nel 1983, giornalista, scrive per varie testate. Ha pubblicato i  libri «L'amore ai tempi di Facebook» (Baldini Castoldi Dalai, 2009) e  «Facce da schiaffi» (Add Editore, 2011). Guarda molti film, passa troppo  tempo on line, ruba pezzi di storie alle persone che incontra.

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